Asti, 21 gennaio 2015
Se potessimo tornare indietro nel tempo basterebbe risalire al mese di giugno 2014 per trovare un petrolio scambiato a 115 dolari per barile e, sempre nello stesso periodo, troveremmo un contesto globale caratterizzato da forti tensioni in diverse aree chiave tra cui Iraq, Ucraina e Libia, ma solo sette mesi dopo il greggio quota al di sotto di 50 dollari per barile, con le tensioni praticamente inalterate, anzi, forse ancora maggiori poichè, a fronte di un califfato islamico che genera terrore tanto adesso come allora, a fronte di una Libia ancora nel caos e di una Ucraina ancora martoriata dagli scontri tra separatisti filorussi ed esercito regolare, troviamo luoghi non ancora affetti dal terrore che balzano alla cronaca scuotendo l’Europa da un torpore quasi insano derivante da una presunzione di pace, di integrazione totale che risulta ben lungi dall’essere reale: parliamo di Parigi, trafitta al cuore dagli attentati degli estremisti islamici contro la testata satirica Charlie Hebdo e parliamo del Belgio, dove il livello di guardia contro la possibilità di attentati sale a livelli sino ad ora inimmaginabili per una tranquilla nazione europea e parliamo anche di manovre più sottili, ma altrettanto in grado di minare le nostre sicurezze, come il cyber attacco alla Sony, che ha creato un incidente diplomatico tra USA e Corea del Nord, paese ritenuto responsabile dell’exploit.
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